
Il diradarsi lento della nebbia,
una leggera brezza muove le chiome di alberi rassegnati all’autunno,
disordinatamente, accarezzandoli appena.
L’odore acre di terra umida,
e di ferro, cemento,
di treni pronti a partire verso il mare o verso deliranti città.
Il profumo di caffè di un forzato risveglio,
di vie deserte, abbandonate, ancora per poco.
Un insolito mattino.
L’alba già tramutata in giorno,
luce intensa ed abbagliante,
accecante,
sorprendente.
Un respiro profondo,
il ricordo di uno sguardo,
di un sorriso,
di un abbraccio…
Un pensiero felice
di un animo tornato a riempirsi di vita,
di un cuore capace ancora di sussultare.
Di una notte senza tempo.
Una notte incapace d’esser compresa,
di essere afferrata,
appieno capita,
fermata nell’immensità di un sogno.
Incredibilmente reale e perfetta,
in ogni istante respirata,
consumata,
vissuta…
Finita.
Senza istante alcuno per chiedersi,
per domandarsi,
per pensare,
per dubitare.
Ridondante di pensieri,
ricolma dell’inspiegabile,
di un pieno, meraviglioso infinito.
Soltanto un insolito mattino…
(anno 2006)
foto:
mio scatto – Stazione Cadorna, Milano – 2010