Di getto… extra

Un racconto di 20 righe ispirato a…

la celebre canzone “Wish You Were Here” dei Pink Floyd (1975).

Un raccontino scritto di getto per un contest di un gruppo Facebook dedicato agli scrittori (che ringrazio per l’iniziativa). Buona lettura!

I grigi vagoni metallici della L-Route scorrevano inesorabili sui freddi binari della città; una stanca insegna al neon lampeggiava a stento, invitando passanti inesistenti in un improbabile motel. Quel che rimaneva del vecchio Chicago Night Lounge ospitava ormai solo qualche disgraziato senzatetto, avvolto in pesanti coperte di lana, sotto il rosso scolorito di spessi tendoni sgualciti dal tempo. La pioggia sembrava non aver la ben che minima intenzione di smetter di scrosciare, infradiciando strade, vicoli, palazzi, battendo costante sugli alti grattacieli, sui tetti delle case, delle auto, sugli ombrelli aperti, sulla testa della gente… quasi a voler raggiungere persino il suo animo. Nell’aria umido odore di asfalto bagnato. Forse avrebbe fatto meglio a distogliere lo sguardo assente dai polverosi vetri di quella finestra, armarsi di coraggio e farsi una camminata fino alla Michigan Ave per tentare di aprire lo stomaco con un Cheezborger del Billy Goat Tavern, ma quel groviglio di pensieri, ricordi, immagini e sensazioni non volevano proprio dar tregua al suo cuore.
“E pensare che ci avevi creduto di saper ‘distinguere l’Inferno dal Paradiso, i cieli azzurri dal dolore… un sorriso da una maschera’. E ora guardati qui, idiota!”
Nervosamente stappò un’altra ghiacciata, cercando sollievo nel poco alcol di una bionda leggera.
“Chissà, forse siamo solo ‘due anime dannate’, destinate a vivere e rivivere ‘le stesse antiche paure’ per sempre, a continuare a commettere gli stessi errori, a… Eppur io ‘vorrei che fossi qui’…”
Clack. L’ennesima accesa. Rapido e profondo il primo tiro, mentre lo Zippo girava ancora tra le dita.
Da indefinibile tempo, l’inizio della Primavera di Vivaldi echeggiava in loop dall’altoparlante di un telefono lasciato in attesa di risposta. Una risposta che, probabilmente, mai sarebbe arrivata.
“Ecco, sono riusciti a farmi odiare anche questo capolavoro”, pensò.

Anna “Annina” Lorenzi – 5 giugno, 2021 – #DiGetto

Un testo “Original A19”
Copyright ©2021 Anna Lorenzi. Tutti i diritti riservati.

Foto originale: Benjamin Suter su Unsplash


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